21 settembre, Giornata Mondiale dell’Alzheimer

Siamo pietre di passo su un torrente? L’individuo che non ricorda più è la stessa persona?
È per gli altri la stessa persona? È per sé la stessa persona?

Tante domande, tanti modi per sfondare il muro di pregiudizio che ancora isola chi soffre di questa malattia e chi, direttamente o indirettamente, ne è coinvolto.

Ogni giorno, nelle nostre attività, entriamo in contatto con questa malattia degenerativa: vi facciamo fronte con un approccio medico, certo, ma soprattutto umano. Prendendo per mano la persona malata ma anche tutti coloro che si occupano di lei, per sostenerli e offrir loro una rete sulla quale poggiarsi.

Come nel caso di F., residente della nostra Cra Nibbio a Comacchio. F. ha 77 anni ed è con noi da 11 mesi. Ha una diagnosi di Alzheimer caratterizzata da wandering: passeggia e vaga per la struttura, in autonomia. Ama riordinare, mette a posto sedie e tavoli, toglie le foglie appassite dalle piante e, soprattutto, si prende cura di una bambolina con i capelli castani. Nel corso dei mesi, infatti, operatrici e operatori della struttura si sono resi conto che, su di lei, la doll therapy – la terapia della bambola – sortiva un ottimo effetto.

Tutto è cominciato quando un’operatrice ha notato con quanta curiosità guardava un anatroccolo di peluche del quale, a un certo punto, ha anche cominciato a occuparsi come fosse un animale da compagnia. A quel punto è scattata l’idea di offrirle una bambola per valutare come questo aspetto di cura si sarebbe evoluto. Effettivamente, F. ha cominciato a sviluppare nei confronti di questa bambola sentimenti più complessi, coccolandola, parlandole, tenendola in braccio per buona parte della giornata. “Nei momenti di agitazione – spiega un’operatrice della casa – la bambola la tranquillizza, e la gestione è più lineare”.

Il successo di questa relazione e della serenità con cui F. affronta i suoi giorni nella casa residenza Nibbio è possibile anche grazie al supporto dei familiari. “Ci hanno raccontato che F. è sempre stata così: solare, brillante, disponibile. Ma un peperino, che non ha mai voluto farsi mettere i piedi in testa. È così ancora oggi: è affettuosa ed esuberante, sa bene quello che vuole. Patisce i momenti di grande confusione, i troppi rumori e, da amante delle sette note, non tollera che si parli sopra la musica. Che si tratti della musicoterapia o di un momento di svago, ama tutta la musica, dalla lirica al gospel.

E così, ogni giorno, arricchisce di nuovi brani la colonna sonora delle sua vita.